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Estate di san Martinu: ogni mustu è vinu!

9 Novembre 2014 by piccolasicilia Archiviato in: Cartoline da Palermo e dintorni, Curiosità enogastronomiche 1 commento

E anche questa domenica maniche corte dopo un’intensa nottata di pioggia. L’estate di San Martino si fermerà forse l’11 novembre? Chissà! I intanto ci siamo fatti una bella passeggiata per il centro della città, chiuso al traffico, stracolmo di bambini in bicicletta, monopattino a piedi e in passeggino. Nelle orecchie una filastrocca popolare:

Manu modda, manu modda,

u’ Signuri ti la ‘ncodda

Ti la ‘ncodda pani e vinu,

San Martinu, San Martinu.

Chi era Martino? Perché divenne anche patrono dei cornuti?

Martino era un soldato romano di stanza in Francia. Nato nell’odierna Ungheria intorno al 315, si convertì al cristianesimo e divenne poi vescovo di Tours. Mentre era di ronda nelle campagne di Amiens incontrò un uomo povero e senza abiti e gli donò il suo mantello. Come per miracolo la neve che era scesa copiosa si squagliò e fece pure caldo: ecco l’estate di San Martino.

simonemartini

Simone Martini, San Martino divide il mantello con un povero, 1317 ca., 

Basilica Inferiore, Assisi

La notte stessa sognò Gesù nelle vesti dei quel povero. Interpretò il sogno come una chiamata e decise di battezzarsi. Predicò per tutta l’Europa, fondò un monastero nelle Gallie divenne vescovo e morì nel 397. Si ritiene abbia tagliato la parte inferiore della sua mantella rimanendo con le spalle coperte.

Scrive il Basile qui che i Celti veneravano un dio rappresentato a cavallo con una corta mantella: trionfando sulla morte garantiva il rinnovarsi della natura. Lo si festeggiava sempre l’11 novembre, giorno del loro Capodanno. Il santo è il protettore dei militari e dei mercanti, sarti, osti che per la sua festa si arricchivano. In quel periodo, infatti, si celebravano le ultime fiere del bestiame che erano anche motivo per bere e dedicarsi a “sfrenatezze carnevalesche prima della quaresima minore, che durava fino a Natale”. Dunque gli adulteri non mancavano. Così divenne  patrono pure dei cornuti…

 

Cosa si mangia in questa occasione?

Scrive il Basile che “il rito prevedeva gli anelletti al forno, il galletto agglassatu con patate a contorno, i primi cavolfiori (broccoli), la prima ricotta e le prime arance. Talmente aspre da finire spesso in insalata come levasdegnu. Si onorava il vino novello, annunciato in tutte le taverne con l’esposizione dell’alloro. Per chiudere in allegria non mancarono mai i biscotti di San Martino, profumati con i semi di anice ma duri come li corna, a cui seguiva il moscato di Pantelleria. A tavola si restava volentieri per lo scacciu: mandorle, noci, nocciole, definite isca di viviri, incentivo al bere, e si tornava a onorare il vino novello fra lazzi e battute sugli afflitti da infedeltà coniugale. E giù risate a non finire […]”.

Insomma, non manca mai un’occasione per stare seduti a mangiare (ma anche quando siamo in piedi mangiamo, eh!).

Questi sono i miei biscotti di san Martino…

 biscottisanmartino

Questo è il mio primo esperimento: sono venute fuori delle soffici pagnottine poco aromatizzate all’anice. Cioè tutto il contrario di quello che mi ero proposta, ma non demordo: la prossima volta sarò più fortunata. Intanto eccovi la ricetta, sono certa che sarete molto più bravi di me.

Ingredienti

450 g di farina 00

150 g di zucchero semolato

100 g di strutto

un cubetto di lievito di birra fresco

20 g di burro

semi di anice q.b.

mezzo cucchiaino di cannella

Sale e Acqua q.b.

Procedimento

Disponete la farina dentro la planetaria azionatela e man mano versare il lievito sciolto in mezzo bicchiere di acqua calda (ma non troppo), lo zucchero, lo strutto ammorbidito (naturalmente, non al microonde), il sale, l’anice e la cannella. L’impasto deve risultare come quello di una focaccia, dunque regolatevi con l’acqua fino a quando non sia ben amalgamato e non si stacca dalle pareti del robot. Lavorare poi l’impasto a mano fino a formare delle piccole strisce che poi arrotolerete a mo’ di girella con la punta all’insù. Posizionate le forme in due teglie ricoperte di carta forno e lasciarle lievitare tre orette buone. Poi riscaldare il forno e infornare a 180° per 20 minuti circa.

Ci sono altre versioni del biscotto di san Martino, molto più ricco (in alcuni casi sono anche con la crema di ricotta) e barocco.

1

Biscotti di San Martino farciti e Moscato, foto scattate nel panificio sotto casa

2

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