Il viaggio di Goethe in Sicilia ha inizio nel 1787, tra la fine di marzo e i primi di aprile e durerà poco più di quaranta giorni. Il 13 aprile prenderà il traghetto da Messina alla volta della prossima meta italiana. Sono trascorsi 200 anni da quando il libro è andato in stampa.
Il suo diario, infatti, verrà pubblicato tra il 1813 e il 1817 e intitolato Viaggio in Italia.
Racconta Goethe di essere arrivato il primo aprile sulla terraferma dopo quattro giorni di turbolenze. Era stata la prima attraversata per mare della sua vita: Napoli-Palermo. Non è l’inizio del suo viaggio in Italia, ma una tappa importante quella che dalla città partenopea lo porta in terra sicula.
Prima di arrivare a Palermo, Goethe riesce a vedere anche l’isola di Ustica, distante circa 70 Km dalla costa. Era il 31 marzo.
Il viaggio di Goethe in Sicilia ha inizio nel momento in cui sbarcherà a Palermo, il 2 aprile. E d’ora in poi il suo cammino avrà il sapore di un “viaggio esperenziale” che per certi aspetti incrocia il mio.
Perché rappresenta il mio inizio. Un inizio fatto in parte in sua compagnia. Il primo inizio è stato quando ho conosciuto mio marito. Il secondo quando per la prima volta ho messo piede nell’isola sorella, con il libro sottobraccio, i sogni per mano e pochi vestiti in valigia. La traversata Cagliari-Palermo è in notturna. Imbarchi verso le 19 e sbarchi nella prima mattinata. Non ho visto Ustica, solo sulla mia destra il Monte Pellegrino. E avevo in mente le parole dello scrittore tedesco lette proprio la notte prima mentre ero in cabina all’interno della Tirrenia, la compagnia navale.
Desideravo tanto calarmi nella parte di uno scrittore che scopre una nuova città: volevo conoscere per la prima volta Palermo attraverso lo sguardo di un poeta che stimavo. Ripercorrere le tappe che aveva compiuto Goethe anni prima mi sembrava il modo migliore per familiarizzare con la città.
La traversata per mare da Cagliari a Palermo non è stata come quella di Goethe, ma il fascino che la Sicilia esercitava su di me era più o meno lo stesso. E la Sicilia ammaliava anche i miei colleghi universitari, che avevano fatto colletta per farmi un regalo di laurea coi fiocchi: i soldi per un viaggio!
Alcune sere fa ho ripreso in mano il libro che mi aveva fatto compagnia per le dodici ore trascorse nella cabina della nave. Desideravo tanto calarmi nella parte di uno scrittore che scopre una nuova città: volevo conoscere Palermo attraverso lo sguardo di un poeta che stimavo. Ripercorrere le tappe che aveva compiuto Goethe anni prima mi sembrava il modo migliore per familiarizzare con la città.
Così, preso il libro in mano una sera di queste, ho ritrovato lo scontrino della libreria con cui collaboravo quando abitavo a Cagliari. Un tuffo nella memoria e nel rapporto che ho sempre cercato di mantenere con la città: farmi ispirare e poter in questo modo ispirare chi viene a visitarla.
Indice
- 1 Goethe a Palermo
- 1.1 2 aprile: arrivo a Palermo
- 1.2 3 e 4 aprile: Cassaro e Oreto
- 1.3 5 e 6 aprile: piazza Pretoria e Monte Pellegrino
- 1.4 7 e 8 aprile: Villa Giulia e Domenica di Pasqua
- 1.5 9 e 10 aprile: Bagheria e Monreale
- 1.6 11 e 12 aprile: Palazzo e Catacombe di via d’Ossuna
- 1.7 13 e 14 aprile: Conte Borch e Cagliostro
- 1.8 15 e 16 aprile: Cattedrale e Zisa
- 1.9 17 e 18 aprile
- 2 I luoghi in Sicilia visitati da Goethe
Goethe a Palermo
Già prima di mettere piede in città, Goethe viene confortato dalla comparsa dell’isola di Ustica. Ma la notte la trascorrerà in compagnia di una burrasca violenta. Al quarto giorno di navigazione, “verso mezzogiorno fu ben visibile la costa siciliana, con i suoi promontori e le sue insenature”. Ma la visione di insieme era di sicuro affascinante.
Davanti a lui si apriva il golfo di Palermo, dal promontorio Lillibeo a Capo Gallo.
2 aprile: arrivo a Palermo
Alle 8 del mattino finalmente si trova davanti a Palermo. Attracca alla Cala, luogo deputato all’accoglienza delle piccole imbarcazioni, solo alle tre del pomeriggio. Da lì si dirige verso il Cassaro.
Descrive Monte Pellegrino, con la sua elegante linea in piena luce, e la bizzarra porta fatta di due enormi pilastri – Porta Felice – attraverso cui passa il carro di Santa Rosalia.
Verso sera il chiaro di luna ci attrasse di bel nuovo sulla rada e ci trattenne ancora a lungo sul balcone.
Come essa ci abbia accolti non ho parole bastanti a dirlo: con fresche verzure di gelsi, oleandri sempre verdi, spalliere di limoni.
3 e 4 aprile: Cassaro e Oreto
La giornata inizia con un intento chiaro: studiare bene la città, assai facile da osservarsi superficialmente ma difficile da conoscere. Ancora oggi ci sono due strade principali, che si incrociano formando i Quattro Canti, che tagliano la città formando un rettangolo esatto. Ma la città interna si presenta ora come allora come un luogo che disorienta lo straniero, che può dirigersi in tale labirinto solo con l’aiuto di una guida.
In questa giornata racconterà poi le 4 giornate di traversata e di come Palermo abbia accolto lui e Kniep.
Il giorno dopo Goethe visita la valle ubertosa e ridente dell’Oreto, ricercando pietruzze nella parte che il fiume lasciava all’asciutto. Trovò più di 40 esemplari di minerali trascinati dal fiume e scrive delle differenze tra la pianura in cui sorge Palermo e il Monte Pellegrino.
5 e 6 aprile: piazza Pretoria e Monte Pellegrino
Goethe vede la fontana di Piazza Pretoria, affermando che non è semplice descriverla. Ci proverà scrivendo: in una piazza di media grandezza sorge una costruzione circolare, d’altezza inferiore a quella dei primi piani, con zoccolo, muri e cornicione di marmo colorato; nei muri s’pre una fuga di nicchie da cui s’affacciano, tendendo i colli, testi d’animali d’ogni sorta.
La sera invece fa una simpatica conoscenza con un merciaio che aveva una bottega sulla strada. Con lui si intrattiene chiedendo come mai c’è tanta sporcizia nella città. Non vi rovino le due pagine delle botte e risposte che i due si danno!
È la volta di Monte Pellegrino, tappa prevista per il giorno dopo. Già Brydone aveva descritto la festa che si svolge per Santa Rosalia, perciò Goethe si preoccupa di mettere in luce il luogo che ospita il santuario della santa.
È costituito di pietra calcarea grigia di epoca remotissima. Le sue rocce sono completamente spoglie, non vi cresce albero né cespuglio e solo le propaggini pianeggianti sono scarsamente rivestite di erba e di muschio.
Descriverà ogni angolo del santuario che si trova in cima al monte, scavato su una roccia. Rimane tutta la giornata su Monte Pellegrino, rapito e in estasi.
7 e 8 aprile: Villa Giulia e Domenica di Pasqua
Nel giardino pubblico vicino alla marina – Villa Giulia – ha un disegno regolare che sa di fatato.
Verdi aiuole circondano piante esotiche, spalliere di limoni s’incurvavano in eleganti pergolati, alte palizzate d’oleandri screziate di mille fiori rossi, simili a garofani, avvincono lo sguardo. Alberi esotici, a me sconosciuti, ancora privi di foglie, probabilmente di origine tropicale, si espandono in bizzarre ramature.
9 e 10 aprile: Bagheria e Monreale
Si inaugura la settimana con le gite fuori porta: Bagheria prima e Monreale – San Martino delle Scale poi. Le stravaganze del principe Palagonia colpiscono davvero tanto Goethe, che descrive ogni angolo di questo luogo straordinario. Ne elenca una a una tutte le aberrazioni tra esseri umani, animali e vasi.
L’attuale proprietario ha dato libero corso ai suoi ticchi e capricci per il deforme e per l’assurdo.
Il giorno dopo di fecero portare a Monreale, più precisamente a San Martino delle Scale. Qui si trova ancora un’abbazia benedettina risalente al XIV secolo.
I monaci ci fecero visitare le loro collezioni, che comprendono non poche bellezze in fatto di antichità e storia naturale.
11 e 12 aprile: Palazzo e Catacombe di via d’Ossuna
13 e 14 aprile: Conte Borch e Cagliostro
In questi giorni Goethe ha modo di rendere omaggio alla memoria di un precursore nel campo della mineralogia: il conte Borch.
Intanto si lascia incantare dal paesaggio siciliano al punto da esclamare:
L’Italia, senza la Sicilia, non lascia alcuna immagine nell’anima: qui è la chiave di tutto
Poco prima di partire da Palermo, ebbe modo di approfondire una notizia che lo aveva colpito. Aveva sentito parlare di Cagliostro, delle sue origini e delle sue vicende. Ma ancora non era noto sapere se il conte e un tal Giuseppe Balsamo fossero la stessa persona.
15 e 16 aprile: Cattedrale e Zisa
Visita la Cattedrale e la Zisa.
Un palazzo moresco ben conservato ancor oggi, non grande, ma con belle sale, ampie, proporzionate e armoniose; non sarebbe molto abitabile in climi nordici ma per il sud è dimora assai seducente.
17 e 18 aprile
Il 17 trascorrerà ancora qualche giorno nel giardino pubblico e poi partirà per Alcamo.
I luoghi in Sicilia visitati da Goethe
Il viaggio di Goethe in Sicilia tocca per prima Palermo. In città arriva dopo quattro notti trascorse in mare durante la traversata Napoli-Palermo, non certo serene visto il mare mosso e la sofferenza dello scrittore verso le turbolenze marine. In città si tratterrà alcuni giorni.
Non è la prima volta che uno scrittore poeta viene attratto dall’isola. Tra il Settecento e l’Ottocento sono innumerevoli le testimonianze di chi si è fatto stregare dalla bellezza, dalla storia, dai sapori e dalle mille mila colori che la Sicilia regala.
Subito dopo Palermo visiterà:
- Alcamo
- Segesta
- Castelvetrano
- Sciacca
- Agrigento
- Caltanissetta
- Enna
- Paternò
- Catania
- Taormina
- Messina, dove si imbarcherà per Napoli per poi proseguire per Roma e risalire l’Italia fino a Como
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